Uno dei problemi più comuni nel mondo della stampa 3D, soprattutto per chi si approccia per la prima volta a questo hobby ma anche per i più esperti, è riuscire a far aderire le stampe al piatto. Capita spesso che i nostri pezzi non aderiscano mentre la stampante sta estrudendo il primo strato ma anche che si stacchino dal piatto quando già il pezzo sta prendendo forma. È sicuramente una delle situazioni più frustranti quando si parla di stampa 3D ma con questo articolo voglio aiutarti a capire quali possano essere le cause e a risolvere questo piccolo problema quindi iniziamo subito! Partiremo dai problemi più comuni e semplici da risolvere fino ai casi più rari.
La superficie di stampa è sporca
Magari non ci pensiamo neppure ma il piatto della nostra stampante può essere più sporco di quanto immaginiamo. Se magari non hai stampato per qualche giorno la stampante può aver accumulato un po’ di polvere che fa da barriera tra la plastica che la macchina cerca di depositare e la superficie di stampa. Ma non solo, il piatto può essere sporco anche di grasso. Quando andiamo a staccare i pezzi finiti infatti, spesso tocchiamo la superficie di stampa senza accorgercene. In tal modo però lasciamo l’olio delle nostre dita sul piatto, compromettendo la futura adesione del pezzo.
Come possiamo risolvere? In modo molto semplice e veloce. Ti basterà un panno in microfibra, di quelli con cui pulire gli occhiali per intenderci, e dell’alcol isopropilico, il famoso IPA. Spruzza l’alcol sulla superficie di stampa stando attento a non farlo schizzare sulla meccanica e l’elettronica della tua stampante e strofina con il panno. È consigliabile usare una pezza in microfibra per evitare i residui che potrebbe lasciare un fazzoletto o un pezzo di Scottex.
Et voilà, il tuo piatto sarà come nuovo. Questo è il problema più comune in assoluto ed è facilmente risolvibile, come hai visto. Puoi usare anche del sapone per piatti con una spugna liscia in caso non avessi l’IPA sotto mano. Ma se non il tuo problema non è ancora risolto continua a leggere perché potrebbe essere altro a causare questo incoveniente!
Il livellamento non è preciso
Sempre più stampanti adesso hanno un sensore di autolivellamento di fabbrica e le molle con ruote sotto i piatti stanno scomparendo, ma se la tua macchina le presenta ancora, forse bisognerebbe regolarle un po’. Con un piatto storto, ovvero con una distanza dall’ugello non uniforme tra i vari punti della superficie di stampa, la macchina non riuscirà a depositare il primo strato in modo adeguato.
La soluzione è regolare il piatto con il vecchio metodo dei 4 punti. Innanzitutto si fa la home dell’asse Z, successivamente si sposta la testa di stampa ai 4 angoli del piatto, uno per volta si regola la distanza dall’ugello girando le ruote e usando come riferimento uno spessore comune, ad esempio il foglio di carta piegato in due. Per ottenere il migliore risultato, si dovrebbe ripetere questa procedura finché ogni angolo avrà la stessa distanza dall’ugello.
Nonostante il foglio di carta sia il metodo più usato non è il più preciso in quanto la carta potrebbe essere segnata dall’ugello troppo vicino. Se volete avere una sicurezza in più, converrà acquistare uno spessimetro. Questo strumento consiste in una specie di ventaglio con varie “ali”, ognuna delle quali rappresenta uno specifico spessore. In questo modo sarete sicuri che la distanza tra il piatto e l’ugello sarà costante in tutti i punti.
A seconda della vostra macchina, questa procedura potrebbe essere semiautomatica o completamente manuale. In caso la vostra stampante non abbia un programma apposito per il livellamento, ad esempio sulle Ender 3 più vecchie, dovrete fare la home dell’asse z e poi disattivare i motori per poter muovere liberamente la testa di stampa. D’altro canto ci sono alcune stampanti che hanno una procedura semiautomatica e che quindi si muoveranno da sole alle coordinate prestabilite, lasciando a voi solo il compito di regolare la distanza.
L’offset è sbagliato
Una volta che il piatto è stato livellato bisogna impostare uno z offset. Questa procedura è fondamentale anche se il livellamento è automatico. Lo z offset infatti consiste nella distanza tra il piatto e l’ugello e varia a seconda dell’altezza dello strato che scegliamo. L’altezza più comune è 0.20mm quindi l’offset dovrà essere impostato a 0.20mm in quel caso.
Per impostarlo bisogna trovare la voce “z offset” nel menù della nostra stampante. La testa di stampa verrà posizionata al centro del piatto e tramite l’interfaccia che preferiamo andremo a regolare lo z offset. Per impostarlo alcuni ricorrono al foglio di carta citato prima e aggiustano a occhio mentre il primo strato viene depositato. Se vogliamo essere più precisi possiamo ricorrere allo spessimetro, selezionando l’aletta che corrisponde all’altezza dello strato desiderata.
Stiamo correndo troppo su una geometria complessa
Abbiamo livellato il piatto, impostato il corretto z offset e pulito la superficie ma quegli angolini si alzano ancora. Come si può risolvere dunque?
Il metodo più semplice è sicuramente abbassare la velocità del primo strato dando più tempo alla macchina di depositare adeguatamente il filamento. Per farlo è sufficiente impostare una velocità inferiore dallo slicer oppure, quando abbiamo mandato il file in stampa, impostare dalla macchina una velocità percentuale inferiore -solitamente ciò è possibile su tutte le macchine. Si può iniziare con un 75% per poi diminuire piano piano finché non notiamo che la stampa sta finalmente aderendo.
Se invece puoi modificare il file e conosci un programma di design , ti può essere molto d’aiuto andare ad aggiungere un leggero fillet sugli angoli del pezzo. Perché? Bisogna tenere presente che le geometrie non smussate sono più complicate da far aderire al piatto quindi uno smusso può decisamente aiutare le vostre stampe.
Puoi anche combinare entrambe le soluzioni per risolvere il tuo problema.
Conclusione
Oggi abbiamo discusso solo alcuni delle cause principali della mancanza di adesione. Questa infatti è la prima parte dell’articolo, a breve uscirà la seconda, nella quale approfondiremo cause meno comuni ma ugualmente plausibili e importanti da considerare.
Nel frattempo se siete ancora confusi in merito a come funzioni la stampa 3D, vi invito a recuperarvi il nostro precedente articolo che spiega proprio come lavorino le stampanti 3D FDM.
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